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Green-pass o non Green-pass, questo è il dilemma!

Ci ritorno su!

Ho attentamente ascoltato le opinioni degli esperti, condiviso le ragioni degli uni e degli altri e devo dire che non capisco questa perseveranza da parte del Governo di tenere obbligatorio l’utilizzo del Green-pass per andare a lavoro.

Si rischia seriamente una “guerra civile” con una minoranza che ha legittimamente deciso di non vaccinarsi.

Le ragioni sono di carattere, costituzionale, logico e pratico.

Il lavoro è un diritto costituzionale. Nel caso specifico il Green-pass discrimina tra chi è vaccinato e chi non lo è. Chi è vaccinato può non essere soggetto a tracciamento e racarsi a lavoro senza sostenere spese. Chi non è vaccinato può recarsi a lavoro solo se periodicamente tracciato ed a proprie spese.

Per limitare la circolazione del virus, le ragioni del Green-pass non tengono. Questo infatti, per come è strutturato, consente a chi lo ottiene per vaccinazione, di potersi infettare e far circolare liberamente il virus che quindi contiuerà a diffondersi.

Sotto l’aspetto pratico, con il Green-pass gli unici a rischiare di infettarsi sul posto di lavoro sono proprio i non vaccinati. Quindi il Green-pass non ha alcun effetto preventivo per salvaguardare chi è a rischio di ospedalizzazione.

Il tampone permette il tracciamento per monitorare la circolazione e dunque limitare la diffusione del virus.

Il Vaccino previene l’individuo dagli effetti gravi del virus.

Il Green-pass serve a rendere la vita difficile ai non vaccinati.

A voi le deduzioni!

PATRIA

Me lo chiedo spesso.
Patria, che vuol dire?! La mia Patria è più importante delle altre?! La Bandiera e la Patria non sono simboli di divisione?! Ma anche di appartenenza.

Io la penso come questo scritto di Oriana Fallaci:

“Patria, che vuol dire patria? La patria di chi? La patria degli schiavi e dei cittadini che possedevan gli schiavi? La patria di Meleto o la patria di Socrate messo a morte con le leggi della patria?

La patria degli ateniesi o la patria degli spartani che parlavano la stessa lingua degli ateniesi però si squartavano tra loro come molti secoli dopo avrebbero fatto i fiorentini e i senesi, i veneziani e i genovesi, i fascisti e gli antifascisti?

È da quando ho imparato a leggere che mi si parla di patria: amor patrio, orgoglio patrio, patria bandiera. E ancora non ho capito cosa vuol dire.

Anche Mussolini parlava di patria, anche i repubblichini che nel marzo del ’44 arrestarono mio padre e fracassandolo di botte gli gridavano se-non-confessi-domattina-ti-fuciliamo-al-Parterre. Anche Hitler. Anche Vittorio Emanuele III e Badoglio. Era patria la loro o la mia?

E per i francesi la patria qual è? Quella di De Gaulle o quella di Pétain? E per i russi del ’17 qual era? Quella di Lenin o quella dello zar? Io ne ho abbastanza di questa parola in nome della quale si scanna e si muore.

La mia patria è il mondo e non mi riconosco nei costumi e nella lingua e nei confini dentro cui il caso mi ha fatto nascere. Confini che cambiano a seconda di chi vince o chi perde come in Istria dove fino a ieri la patria si chiamava Italia sicché bisognava uccidere ed essere uccisi per l’Italia ma ora si chiama Iugoslavia sicché bisogna uccidere ed essere uccisi per la Iugoslavia.

Invece di darci il tema sul concetto di questa patria che cambia come le stagioni, perché non ci date un tema sul concetto di libertà. La libertà non cambia a seconda di chi vince e chi perde. E tutti sanno cosa vuol dire.

Vuol dire dignità, rispetto di sé stessi e degli altri, rifiuto dell’oppressione. Ce l’hanno ricordato le creature che sono morte in carcere, sotto le torture, nei campi di sterminio, dinnanzi ai plotoni di esecuzione gridando viva la libertà, non viva la patria…”.

Successe un finimondo. Alcuni dei professori che componevano la commissione esaminatrice sostenevano che ero pazza e immatura, altri che ero savia e insolitamente matura. Vinsero i secondi e mi dettero dieci meno.

Oriana Fallaci

IL MIO ESSERE SOLITARIO

“La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta. Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole. Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia; nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l’amicizia fiorisce soltanto quando ogni individuo è memore della propria individualità e non si identifica con gli altri.”

Covid19, Vaccino, Tampone, Green-pass: Facciamo chiarezza!

Servirebbe un’operazione trasparenza in materia di covid, vaccini, tamponi e green-pass.

Molti cittadini non sono contrari al green-pass ma non vogliono essere presi in giro.

Gli Italiani over 12 che hanno scelto liberamente di vaccinarsi sono l’83%.

Il 17% di coloro che hanno legittimamente scelto di non vaccinarsi, il vaccino ricordo non è obbligatorio, sono quindi 8 milioni, di cui circa 5,5 milioni in età compresa tra i 19 e i 64 anni e quindi in età lavorativa.

A questi ultimi il Governo ha deciso di rendere vita dura introducendo il green-pass obbligatorio per poter lavorare, spiegando che in questo modo si eviterebbe che i non vaccinati (spesso a torto e generalizzatamene definiti untori) possano diffondere la propagazione del virus senza controllo.

Niente è esattamente così!

Il Green-pass è un lascia passare sanitario che può essere ottenuto attraverso due strumenti distinti e l’uno può escludere l’altro:

– Vaccinazione anti-covid in corso di validità, ovvero

– Tampone molecolare valido 48 ore

Bene, i sopracitati strumenti hanno un’utilità e scopi diversi. Sarebbe più saggio obbligare entrambi per ottenere il green-pass, ovvero basterebbe effettuare periodicamente il solo tampone molecolare.

Il Vaccino è un’altra cosa, utilissimo e salva vita, ed andrebbe trattato a parte e con più enfasi.

Facciamo ordine:

– Vaccino: Il Vaccino protegge l’individuo dalla forma grave del virus ed ha un’altissima efficacia per evitare le ospedalizzazioni nel caso si fosse infettati dal virus. Non ripara dall’essere contagiati e non garantisce che il vaccinato, se contagiato, possa contagiare altri.

– Tampone: Il Tampone è uno strumento utilizzato per la tracciabilità dei contagi. Il Tampone ci fornisce una unica informazione, o l’individuo è in un dato momento negativo e quindi né malato né contagioso ovvero, in caso di positività, il contrario.

Per quanto sopra, il Green-pass esercita un controllo attivo soltanto sui non-vaccinati ma non evita che possa accedere la situazione in cui un vaccinato contagiato asintomatico possa recarsi a lavoro e contagiare gli altri tra cui il non vaccinato che potrebbe finire in ospedale nonostante tutto.

Come si dice a Napoli “curnuto e mazziato”.

Allora si capisce perchè molti di questi no-pass manifestino contro il green-pass per il lavoro, ha una logica e non si possono biasimare. Senza parlare delle altre contraddizioni del tipo, sui mezzi pubblici no ma a lavoro si… che dire!

La mia proposta sarebbe quindi quella di sollevare l’obbligatorietà del green-pass dal posto di lavoro, oppure al contrario, se si vuole mantenerlo obbligatorio, subordinato al solo tampone periodico per tutti, vaccinati e non.

Dite che ne vale la pena!?

Il Vaccino merita una trattazione a parte ed una narrativa rivolta esclusivamente a far capire che serve a salvarti la vita e non ad arrestare il virus perchè, ad oggi, così non è!

Allora cosa fare con i no-vax se non si decide sull’obbligatorietà del vaccino?!

Francamente non lo so, se non si vuole rendere obbligatorio il vaccino bisogna stare molto attenti a non discriminare.

Ciò che si biasima ai no-vax è che se oggi possiamo vivere una nuova normalità è grazie ai vaccinati e che chi non si vaccina mette seriamente a rischio la tenuta del sistema sanitario nazionale e la cura di altre patologie a discapito di chi ha deciso di vaccinarsi.

Non so se è costituzionalmente ammissibile ma si potrebbe proporre che al fine di non limitare la libertà di nessuno e di non gravare sul sistema sanitario nazionale pur esercitando una libertà di non voler vaccinarsi nonostante il parere contrario da parte del sistema sanitario pubblico, di far firmare una informativa a coloro che decidono di non vaccinarsi di dover stipulare obbligatoriamente una polizza assicurativa anti-covid (da poter dedurre dalle dichiarazione dei redditi) che possa sostenere le spese del servizio sanitario nazionale in caso di ricovero da covid.

Prima o poi di questo 17% non vaccinato, chi probabilmente si contagerà e chi deciderà di vaccinarsi, nel giro di due anni potrebbe raggiungere l’immunizzazione insieme al restante 83% che continuerà a vaccinarsi.

Ovviamente, il Servizio Sanitario Nazionale ed i privati, sulla base di questo 17%, dovrebbero investire per prepararsi a poter curare i bisognosi in caso di ricovero, potenziando strutture, posti letto e cure domiciliari.

Spero la mia disamina possa essere utile per spunti pratici da poter adottare nel paese per il bene ed il rispetto di tutti.

Adriano Acanfora

CHE NE SARA’ DI NOI?!

In questo periodo storico, sento forte la sensazione che per la prima volta nella storia dell’umanità, i nostri figli non riusciranno a fare meglio dei propri genitori, dei nonni e di chi li ha preceduti. Le speranze, i sogni, e le certezze di poter riuscire a migliorare la proria esistenza, per i ragazzi di oggi sono solo un racconto del passato e utopistico. Tutto è già stato consumato! Il mondo è già stato interamente colonizzato, l’economia globalizzata, il lavoro e la mano d’opera inflazionate. Ci sarà soltanto spazio per gli iper-competenti, geni specializzati nelle materie che serviranno ad affrontare le sfide del futuro come le esplorazioni spaziali, la bio-ingegneria, la genetica, la robotica e la ricerca di fonti di energia alternative. E’ già guerra tra i poveri mentre i ricchi, diventano sempre più riccchi e da soli possiedono più del 90% della ricchezza economica mondiale. Nei paesi più industrializzati l’aspettativa di vita aumenta e le nascite diminuiscono, si lavora per più anni mentre si riducono le possibilità del turn-over e tra qualche tempo non si saprà più come sostenre il sistema del welfare, di chi esce dal mondo del lavoro e di chi invece nel mondo del lavoro avrà difficoltà ad entrare. Pandemie sempre più frequenti, eventi naturali estremi, inquinamento, sovrappopolamento delle popolazioni sottosviluppate, fenomeni migratori di massa, accaparramento delle risorse, sono alcune delle sfide di domani e saranno le cause di molte guerre del futuro. Servirà quindi un nuovo ordine mondiale, una nuova organizzazione sociale, un Unione Economica e Monetaria Globale, con istituzioni trnsanazionali di legislazione. Controllo della crescita demografica, ridistribuzione della ricchezza, pensando ad un reddito di esistenza, de-automazione, per aumentare le possibilità di lavoro, riconversione industriale e nuove fonti di energia rinnovabile per cercare di invertire sugli effetti del cambiamento climatico in atto. Non lasceremo indietro nessuno o ne resterà solo uno… di razza?!

ITALIA – Paese ostaggio della dottrina e dell’esempio della furbizia!

L’italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l’italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l’esempio e la dottrina corrente – che non si trova nei libri – insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l’ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un’altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l’Italia, è appunto l’effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.”Giuseppe Prezzolini // Gilbert Garcin

QUEL COSTANTE ABUSO DELLA LIBERTÀ DI STAMPA

È penoso lo scenario informativo politico. Ne siamo bombardati. E meno male che la politica interessa a nessuno. Per non parlare poi delle miriadi di sondaggi politici, che testate di ogni genere propongono secondo le proprie simpatie politiche. È da anni che l’obiettivo non è informare ma alimentare tifoserie. Per cercare articoli che aiutano alla riflessione bisogna usare il lanternino e la lente d’ingrandimento. Tutti ci affanniamo a ripetere che dobbiamo difendere la libertà di stampa. Io mi domando come possiamo difenderci dalla sua mediocrità e dal suo squallore. I social sono degli amplificatori di tanta mediocrità, i media rincorrono i social e viceversa. Alla fine è a chi urla di più e quindi testate e titolo a caratteri cubitali che molte volte non rispecchiano i contenuti informativi, deformandoli e manipolandoli nei fatti. Proviamo a difenderci da soli, cercando con criterio le informazioni e diffondendo quelle che conservano ancora dignità e deontologia professionale. Scartiamo a priori quelle ammantate dai caratteri cubitali. Lo so, non è facile. Ma è l’unico modo per difenderci non dalla vera libertà di stampa ma dal suo abuso.

Tratto da un articolo di ANTONIO PAZIENZA

IL SENSO DELLA DEMOCRAZIA E’ IN PERICOLO!

Oggi celebriamo la Giornata nazionale della Bandiera italiana, per ricordare la storia e la nascita del Tricolore che compie 224 anni. Simbolo di aggregazione, la nostra Bandiera è la prima e più profonda immagine della Nazione, di democrazia, di uguaglianza e di rispetto dei diritti. Uniti e stretti nel Tricolore, durante i momenti più difficili del nostro paese, abbiamo trovato la forza e la speranza di superare le avversità.

Prendendo spunto da questa celebrazione sarebbe bene imparare la lezione di quanto accaduto in questa ore negli Stati Uniti d’America. Non crediate che non possa succedere anche qui in Italia! Faremmo tutti bene a non esasperare le nostre posizioni come se fossimo degli “Ultras” della Politica. Certo bisogna restare sempre vigili contro abusi di autorità, da parte di chi ci governa e dalla influenza delle lobby, ma nel nostro paese, come in tutte le democrazie europee, ci sono le garanzie e le condizioni per far valere i propri diritti con i mezzi ed i modi opportuni, senza che ci sia bisogno di oltraggiare le istituzioni o peggio ancora di ricorrere alle violenze di massa e scatenare una guerra civile. Questo deve essere un monito anche per tutti i potenti della Terra che ricoprono incarichi Pubblici o in grandi “colossi” Privati perché se la “ricchezza”, in tutte le sue sfaccettature, economica, culturale, sanitaria etc., non sarà patrimonio di tutti ma soltanto di pochi, la rivolta delle masse accadrà inesorabilmente in tutto il mondo. In democrazia non c’è chi vince e chi perde… Si vince o si perde tutti insieme! Ed è indispensabile la redistribuzione della ricchezza combattendo oppressione e schiavitù economica!

Vaccino!

Facciamola breve. Ci si vaccina perché è un dovere nei confronti della comunità. Chi non si vaccina, non importa per quale scelta o pregiudizio, non espone solo se stesso al rischio del contagio. Espone anche gli altri, che saranno costretti a pagare il prezzo di quella scelta e di quel pregiudizio.Questo è l’aspetto profondamente politico della questione, e fa temere, stante l’epoca, che a non vaccinarsi saranno in parecchi, perché la tendenza a trepidare per l’io e a fregarsene del prossimo è travolgente. La montagna dei propri diritti rischia di rendere invisibile la collinetta del dovere. Vite selfie portano a scelte selfie. Mettiamo in preventivo, dunque, una percentuale non piccola di non vaccinati, alcuni dei quali compatiranno sui social i vaccinati, dando loro del pecorone. In quanto pecorone sono già in fila, nel bel mezzo del gregge, ben sapendo che il rischio zero esiste solo nella testa di Narciso (che amò solo se stesso per non correre il rischio dell’amore). Il conformismo ha le sue controindicazioni arcinote, ma è bene sottolineare anche le controindicazioni dell’anticonformismo, atteggiamento molto sopravvalutato nella mentalità nazionale. Quelli che “non la bevono”, quelli “fuori dal coro” sono a milioni, prevedibilissimi ma convinti di essere una indomita minoranza.L’anno appena trascorso, così duro e insolito, ci ha aiutato a capire che in certi momenti bisogna invece essere gregge, accettare le fatiche dell’uguaglianza, ammettere di essere legati a doppio filo a un destino collettivo. Per questo, soprattutto per questo vaccinarsi non è solo utile. È anche giusto.

Michele Serra

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Laura Berardi

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